Com’è cambiato il consumo di vino in queste settimane? L’abbiamo chiesto a Vinarius, l’associazione che raggruppa le enoteche italiane.

In questa intervista abbiamo scoperto alcuni nuovi trend, oltre alla possibilità di ricevere comodamente il vino a casa anche dal negozio di fiducia!

Con ristoranti e locali chiusi, addio aperitivo? Assolutamente no. Semplicemente, cambia il modo di farlo. Se i più social non rinunciano a vedere amici e parenti per un brindisi serale tramite app come Zoom, Houseparty o WhatsApp, tutti gli altri mantengono il rito preserale a casa propria, con una birra, un cocktail o un calice di vino. E le enoteche di tutta Italia fanno il possibile per non fare mancare i rifornimenti. Per capire se in questo periodo i trend di consumo sono cambiati, ci siamo rivolti a Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane, nata nel 1981.

Stesso budget, più bottiglie

“Il calo delle vendite indubbiamente c’è stato, con negozi che hanno registrato un calo del fatturato anche del 90%” esordisce il presidente Andrea Terraneo. “Chi si reca in enoteca in questo periodo acquista dalle due alle quattro bottiglie, mentre chi sceglie il servizio di consegna a casa, ne ordina dalle tre alle sei, con punte di 18 bottiglie nelle città più grandi. Per facilitare l’approvvigionamento del vino ai nostri clienti abbiamo pubblicato sul nostro sito vinarius.it l’elenco degli esercizi aperti e di quelli che fanno consegne a casa”.

Si sono registrati anche alcuni fenomeni nuovi: “Se non è cambiato il budget che le persone destinano al vino, è oggi diversa la tipologie di bottiglie richiesta” prosegue Terraneo. “Se prima si acquistavano meno bottiglie, ma di maggiore valore, da stappare nel weekend, oggi si comprano più bottiglie di primissima fascia (5-8 euro) perché il piacere del calice è diventato quotidiano.

Voglia di novità (e di made in Italy)
Milano rimane una piazza frizzante in fatto di consumi, come conferma Andrea Gaviglio di Vino Vino. “Forse per il maggiore tempo a disposizione, ho notato tra i miei clienti una maggiore curiosità, che li spinge a provare anche etichette che non conoscono o provenienti da territori poco noti”. Inoltre, prosegue Andrea, “accanto a chi cerca il vino di prezzo quotidiano, ci sono anche quelli che acquistano bottiglie più importanti visto che risparmiamo sulle uscite in locali e ristoranti”.

Interessante anche il dato che riporta l’enoteca La mia cantina di Padova: “Abbiamo avuto un netto calo della richiesta dei vini francesi, Champagne in primis”, dovuta probabilmente al fatto che in queste settimane si preferisce bere vini nazionali per sostenere il comparto in difficoltà e per sentirsi tutti un po’ più uniti e vicini.

Infine, dal Nord al Sud Italia si è riscontrato un aumento della richiesta delle consegne a domicilio: “Se prima erano meno ed erano concentrate soprattutto verso fine settimana, da giovedì a sabato, ora sono più equamente distribuite” conclude Terraneo. Almeno una buona notizia c’è. Per bere un buon calice non occorre aspettare il weekend.

 

 

 

Leggere Articolo e tanti altri cliccate qui